Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), approvata dal Consiglio europeo il 22 novembre 2022 ed entrata in vigore il 5 gennaio 2023, impone ad alcune imprese non finanziarie di rendicontare informazioni riguardanti i rischi, le opportunità, le politiche, gli impatti, i target e le performance relative a questioni ambientali, sociali e di governance. Tali informazioni dovranno essere pubblicate nella relazione sulla gestione di cui art. 2428 c.c.

Per supportare le imprese in questo processo di rendicontazione, la Commissione europea, con il contributo dell’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), ha presentato un set di principi di rendicontazione noti come European Sustainability Reporting Standard (ESRS). Sono stati pubblicati, fino ad ora, dodici principi di rendicontazione: due standard trasversali (ESRS 1, ESRS 2), cinque standard ambientali (ESRS E), quattro standard sociali (ESRS S) e uno standard di governance (ESRS G).

La Direttiva coinvolge direttamente le seguenti imprese:

Imprese già soggette alla NFRD (Non-Financial Reporting Directive)

Grandi imprese che sono enti di intesse pubblico che, alla data di chiusura del bilancio, anche su base consolidata, superano il numero medio di 500 dipendenti.

Grandi imprese non quotate

Imprese che, alla data di chiusura del bilancio, anche su base consolidata, superano i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti:

  • 25 milioni di euro di stato patrimoniale;
  • 50 milioni di euro di ricavi netti;
  • 250 dipendenti.

Piccole e medie imprese quotate (escluse le microimprese)

Imprese che, alla data di chiusura del bilancio, non superano i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti:

  • 25 milioni di euro di stato patrimoniale;
  • 50 milioni di euro di ricavi netti;
  • 250 dipendenti.

Imprese figlie e succursali con capogruppo extra UE

Imprese per le quali la capogruppo abbia generato in UE ricavi netti superiori a 150 milioni di euro per ciascuno degli ultimi due esercizi consecutivi e almeno:

  1. un’impresa figlia soddisfi i requisiti dimensionali della CSRD; o
  2. una succursale (presenza fisica) abbia generato ricavi netti superiori a 40 milioni di euro nell’esercizio precedente.

Le imprese soggette alla Direttiva dovranno inoltre coinvolgere la propria filiera. Di conseguenza, tutte le aziende appartenenti alla catena del valore delle imprese sopra citate, e non direttamente soggette alla Direttiva, potranno trovarsi a dover elaborare e comunicare una serie di informazioni relative alle proprie questioni ambientali, sociali e di governance.

La Direttiva prevede inoltre le seguenti fasi di applicazione: